Tutto sulle ONG: attività, tipologie, diffusione. Cosa sapere
Negli ultimi anni la sigla ONG ha spesso riempito le prime pagine dei quotidiani italiani in rapporto al fenomeno migratorio, in realtà però il mondo delle Organizzazioni Non Governative è molto più ampio. In primo luogo può essere utile partire dalla sua definizione: una ONG è una organizzazione senza scopo di lucro, vale a dire di guadagno, ed è indipendente sia dagli Stati che dalle Organizzazioni governative internazionali. Le attività sono molteplici ma spesso si possono inserire all’interno di misure umanitarie e sociali, spesso erogate in aree del mondo considerate a rischio, ma non solo. In Italia è spesso oggetto di discussione l’operato delle ONG all’interno del mar Mediterraneo, che soccorrono i migranti dispersi.
Quando sono nate le ONG
La loro diffusione è in realtà recente perché la prima volta che è stata utilizzata questa sigla è stato il 1945, nell’ambito delle Nazioni Unite. La definizione vera e propria si ha però solo nel febbraio del 1950: “qualsiasi organizzazione internazionale che non è fondata su un trattato internazionale”. Pur rientrando al di sotto della medesima sigla, le moltissime associazioni che operano in questo settore possono essere anche molto distanti tra loro in quanto ad attività erogata. Tuttavia, è possibile inscriverle in due grandi gruppi: le ONG di diritto interno e di diritto internazionale e le ONG di cooperazione. Solo queste ultime sono quelle costituite da libere associazioni di privati cittadini e non hanno personalità giuridica, quelle inerenti al primo gruppo invece sì e sono tutelate dalla Convenzione europea sul tema. Tuttavia, è bene precisare che pur essendo stata adottata nel 1986, è in vigore solo per gli Stati che l’hanno effettivamente ratificata (Italia esclusa).
Le ONG in Italia
Per quanto riguarda il caso specifico dell’Italia, il termine ONG viene sostituito da ONLUS, che vengono riconosciute dal Ministero degli Esteri. Le più conosciute sono Emergency, Caritas Italiana, Legambiente e la Comunità di Sant’Egidio: basta questo breve elenco per comprendere la diversità degli ambiti di lavoro per ciascuna di queste. Si passa dall’attenzione medico sanitaria a quella relativa agli indigenti in difficoltà economica, oltre alla tutela ambientale.
Come lavorare nelle ONG: la formazione
Gran parte delle ONLUS in Italia si basa sul volontariato: i singoli cittadini scelgono liberamente di donare parte del proprio tempo all’attività di queste organizzazioni. Tuttavia, soprattutto nei casi in cui queste raggiungano dimensioni considerevoli, è evidente come sia necessario impiegare anche personale specializzato, e perciò retribuito, al fine di adempiere alle questioni di carattere pratico. Dalla gestione dei fondi all’organizzazione dei volontari ad esempio. Il percorso di studi che per eccellenza viene considerato affine a questo settore è la laurea per specializzarsi in relazioni internazionali perché capace di fornire tutti i requisiti necessari anche a livello di legislazione internazionale e cooperazione tra i vari paesi. Questo non rappresenta però l’unico percorso che può aprire ad una carriera nel terzo settore. Un corso in Scienze per la Cooperazione allo Sviluppo può essere ugualmente consigliato, così come un classico Scienze Sociali e politiche sociali. Infine, anche Scienze Sociali per la Cooperazione, lo Sviluppo e la Pace può rappresentare una valida alternativa per un lavoro in questo ambito. È chiaro come tutti questi ambiti di studio abbiano come elemento in comune quello di una buona conoscenza a livello legislativo